Due cold frame contro il gelo - Versione 1 e 2

Mini-serre fatte in casa col riciclaggio creativo

04/12/2020 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Arriva l'inverno, e non a tutte le piante piace il freddo. Lo spazio a disposizione nel conservatory della mia casa e' poco, per cui mi sono ritrovato con un progetto che per mesi ho rimandato e che ora - con la temperatura che notturna intorno allo zero - e' diventato urgente: proteggere le piante dal gelo. Non che faccia freddissimo, qui nel Surrey (a ovest di Londra), ma la temperatura scende sotto lo zero, e la maggior parte del mio giardino e del cortile davanti casa rimangono all'ombra da meta' novembre a meta' febbraio. Urge quindi trovare un modo per proteggere le piante, e la soluzione che ho scelto e' quella del cold frame.

Cos'è un cold frame? Le informazioni online sono molte, ma poche sono in italiano. Il cold frame e' un contenitore con un coperchio (o tetto) trasparente, in cui vengono piazzati vasi e fioriere per proteggerle dal freddo, col tetto trasparente in modo da non consentire un po' di esposizione al sole. Il cold frame può essere anche piazzato sopra delle piante interrate, e non esistono obblighi ne' standard regolamentati per la sua costruzione: se volete potete farlo con cinque lati (senza il fondo), oppure quattro (se appoggiato ad un muro) o tre (se lo piazzate in un angolo). Nella sua forma più semplice e minuta, anche una scatola di plastica con coperchio trasparente (meglio se bombato verso l'esterno) e' un "cold frame". All'estremo opposto per dimensioni, costo e complessità c'è la serra: si può pensare ad un "cold frame" come ad una mini-serra, bassa e con un numero ridotto di superfici trasparenti.

Bene, ora che ci siamo chiariti le idee su cos'è un cold frame, come lo costruiamo? Informandoci. Ho letto per settimane molte pagine web sul tema, in modo da farmi un'idea dei vari metodi di costruzione e del risultato finale. Alla fine ho optato per un approccio agile (*) verso questo progetto: fare una prima versione del cold frame semplicissima. Purchessia.

Peter Becker, il compagno di Monica, le spiega che prima di Moss 865 ci sono stati alcuni fallimenti(*): Nella gestione di progetto (project management) applicata ai progetti informatici, le "metodologie agili" hanno alcune caratteristiche che le rendono differenti da quelle più tradizionali e più ponderose, incentrate su diagrammi Gantt, lunghe riunioni, lunghe attese: nei progetti "agili", invece, l'enfasi e' verso tante rapide e frequenti iterazioni che aggiungono ogni volta qualcosa al prodotto (o servizio). Che poi corrisponde a quel che diceva Pete, uno dei fidanzati di Monica Geller in Friends, riguardo al software che lui aveva creato:

"Quando ho iniziato a lavorare su Moss 865, pensi sia stato completato da un giorno all'altro? No. Prima c'è stato Moss 1, che mando' a fuoco il garage di mio padre. Poi ci fu Moss 2, che accettava solo appuntamenti per il mese di gennaio, e altre 862 versioni da cui ho imparato qualcosa."


Ecco, i due cold frame nella foto sono la tipica prima versione di un "progetto agile", e un tipico caso di riciclaggio creativo, visto che ho utilizzato solo materiale presente nel capanno degli attrezzi, cioè avanzi.





Prima ho costruito quello a destra: tre pareti in compensato destinate a marcire (e infatti non mi aspetto che questo cold frame duri più di un inverno), due staffe a elle per collegarle, un pezzo di tettoia in PVC ondulato, del pluriball nei punti di contatto tra pareti e coperchio del cold frame. Per tenere il coperchio/tetto in posizione non ho utilizzato nessun chiodo, visto che già sapevo che avrei dovuto fare modifiche in seguito; ho usato invece un palo metallico per il supporto delle piante, inutilizzato dopo la Grande Mattanza Delle Piante Di Pomodoro Prima Dell'Inverno (GMDPDPPDI). Ho piazzato dentro il cold frame due lunghe fioriere e alcuni vasi, ho chiuso il coperchio e ho osservato per alcuni giorni per vedere se c'erano problemi, e non ne ho notati: il tetto ondulato e' rimasto in posizione, le pareti in compensato non si sono accasciate, e all'interno del tetto e' visibile della condensazione, segno che pur non avendo puntato ad contenitore sigillato, le pareti ed il tetto sono sufficienti a creare un micro-clima.

Bene, ho ancora delle piante che soffrono il freddo, proviamo a costruire un secondo cold frame (a sinistra nella foto). Avevo quasi esaurito il compensato, per cui mi sono appoggiato al contenitore che avevo già costruito, in modo da avere solo due pareti da tirare su: una in compensato e l'altra, quella davanti, in PVC bianco, fissata tramite due staffe di legno al "vicino". Orribile, eh? Non importa, purché riesca ad isolare le mie piante dal gelo. Di PVC trasparente non ne avevo più, quindi ho utilizzato l'unica cosa trasparente che avevo in casa: il pluriball, la plastica da imballo con le bollicine. Non era larga a sufficienza per coprire tutta la superficie, quindi ho dovuto utilizzare due strati parzialmente sovrapposti, cosa che mi ha fatto subito dubitare: il tetto del cold frame dev'essere trasparente per fare passare più luce possibile in inverno, ma due strati di pluriball bloccano parecchio. E non e' che sia facile fissarli...

Ho completato il tutto, e come per il primo cold frame, anche in questo caso non ho speso un euro, ho riciclato cose inutilizzate da anni. Ho piazzato dei vasi all'interno, ho chiuso il "tetto" con delle mollette da bricolage, e ho osservato la situazione. Nei giorni successivi e' arrivata pioggia a catinelle... ma di questo parleremo un'altra volta.

Aggiornamento: ho preparato una nuova versione dei "cold frame fai da te" e ne ho scritto in questa pagina.



Argomenti: Riciclaggio creativo

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