La routine del giardiniere dilettante

22/07/2020 | Di Claudio_VL | Commenti: 0

Avere un giardino di pochi metri quadrati non significa essere un agricoltore, non è come avere un campo, il carico di lavoro è una frazione infinitesimale di quello di chi cresce piante per lavoro. Ma in questi pochi mesi di giardinaggio e auto-isolamento (da fine marzo) mi sono reso conto che prendersi cura delle piante è stancante ed è un'attività sufficiente a farmi perdere tre-quattro chili di peso.

Mi manca, quella routine: e' da sabato che sono in quarantena, dopo essere arrivato a Taiwan, e vi resterò fino al 2 agosto. In questi 14 giorni non avrò piante da curare, lumaconi da eliminare, gatti da coccolare mento innaffio il giardino... Sono chiuso in due camere al terzo piano di un Bed & Breakfast a Hualien, con pochi metri a disposizione e pochissime attività da svolgere, praticamente guardo la TV o il computer tutto il giorno, quando non mangio e non cerco di dormire (nonostante i 35 gradi e l'umidità, nonostante il rumore dell'aria condizionata). Mi manca quella routine, come dicevo. Eccola:

1) Appena alzato, tra le sette e le nove, scendere fino all’ingresso per controllare le piante di peperoncino e pomodoro (sei-sette vasi, di cui alcuni fatti da me con serbatoi per l'irrigazione (*)), che sono li' per ricevere il sole del mattino. Uscire per vedere se le mie tre fioriere circolari con lavanda, erbe e altre cose (due peperoncini, una trombetta, zinnie) hanno bisogno di acqua. Dopo, andare dietro casa per spostare alcune fioriere dal portico (dove sono più difficili da raggiungere per i perfidi lumaconi) al mio minuscolo prato all'inglese che tra poco riceverà luce solare diretta; rimuovere le campane protettive fai-da-te (*) dalle piantine; innaffiare le piante nella micro-serra/giardino pensile (*) dietro al capanno degli attrezzi, l'unica area della mia casa esposta al sole tutto il giorno. Infine tornare in casa e innaffiare le piante sui davanzali sul lato frontale della casa (esposto al sole). Ci vuole circa un'ora.

2) Verso l'una spostare nel conservatory (veranda vetrata/giardino invernale) tutte le piante dell'ingresso, in modo da esporle al sole del pomeriggio. Tornare in casa e spostare le piante dai davanzali davanti a quelli verso il retro della casa, sempre per via del sole che si sposta (o meglio: della Terra che gli gira intorno).

3) Verso le sei e mezza/sette di sera innaffiare le piante (davanti e dietro casa, all'aperto e nel conservatory o sui davanzali).

4) Dopo cena - verso le nove - spostare le fioriere dietro casa dal prato al portico, coprire le piantine con le loro campane di plastica, spostare le piante dal conservatory all'ingresso, trasferire le piante in casa dai davanzali dietro a quelli davanti.

5) Col buio, dopo aver guardato un film, uscire in giardino con torcia e spruzzatore di aceto industriale per dare la caccia ai lumaconi. Lo so, sembra un'ossessione, ma sono bestie (molluschi, per la precisione) capaci di divorare foglie in quantità industriale, come possono confermare le mie piante nane di fagiolini.

Questi cinque appuntamenti principali non comprendono tutta l'attività di chi ha un giardino, ovviamente. Ci sono giorni in cui passo ore a trasferire piante da vasi piccoli ad altri piu' grandi, o a seminare, o a costruire vasi e altri accessori per il giardino. Mi chiedo se ci sarà ancora, il mio giardino, quando tornerò a casa dopo sei settimane...



Nella foto: cortile davanti casa con fioriere

(*): si tratta di soluzioni per sfruttare al meglio ciò che avevo a disposizione, sia come spazio che come strumenti per il giardinaggio, facendo un po' di riciclaggio creativo. Ne parlerò in futuro nel blog.



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